LAMEZIA TERME Quando (e se, ma l’ipotesi non è tra le più probabili) arriverà il libro di Agazio Loiero sui calabresi che ha incontrato nel corso della sua attività politica, «per la presentazione servirà uno stadio». La battuta di Paolo Pollichieni è un omaggio alla scrittura dell’ex governatore e anche all’attenzione che “Lorsignori di ieri e di oggi” ha attirato a Lamezia Terme. Ma c’è del vero. E, per intuirlo, basta l’aneddoto regalato da Loiero alla platea della libreria Tavella. La storia riguarda la nomina del direttore generale del Dipartimento programmazione nazionale e comunitaria, per la quale Loiero aveva chiamato Salvatore Orlando, esperto di fondi comunitari di area diessina. «Proveniente da un’esperienza dalla Regione Sardegna con Soru – spiega Loiero –, era un profilo professionale di alto prestigio, la cui nomina creò malumori e dissensi all’interno della giunta. Quando la presentai, due assessori, che erano proprio dei Ds, replicarono: “Se arriva lui, noi ci dimettiamo”. E dire che era uno dei loro…». Loiero non fa i nomi, ma basta questo per rendere l’idea della litigiosità della classe politica, delle sue pretese un po’ assurde: «I due, in effetti, diedero le dimissioni. Io dissi che avrei aspettato qualche giorno e poi avrei nominato due sostituti e, alla fine, le ritirarono». Non è il solo racconto “etnico” della serata, ma il libro è altra cosa.
Da Renzi a Prodi, passando per De Magistris e Di Pietro. C’è spazio anche per Grillo, Crozza, Travaglio e tanti altri. Agazio Loiero, in veste di scrittore, traccia con ironia e con una scrittura mai banale il profilo di 15 personalità della scena politica nazionale, ma anche giornalisti e uomini dello spettacolo all’interno del suo libro “Lorsignori di ieri e di oggi” edito da Rubbettino. Racconti di personaggi e delle loro vicende inedite e a volte dimenticate, che Loiero spesso ha avuto modo di incontrare durante la sua carriera politica, sia nel bene che nel male, ma anche di chi non ha mai conosciuto di persona.
Un viaggio quasi storico il suo, in cui si ripercorrono gli ultimi anni della politica italiana che lo ha visto due volte ministro, con D’Alema prima e Amato poi, che non manca di raccontare all’interno del suo libro. «È uno spazio per i nostalgici della vecchia politica, che non è quella di oggi – ha affermato Loiero – e in cui il passato deve avere una funzione didascalica e di insegnamento».
Del tutto assente nelle pagine del suo libro, la politica calabrese – di cui è stato protagonista tra il 2005 e il 2010 quando ricoprì la carica di presidente della giunta regionale – ricorre ovviamente nei discorsi degli intervenuti.
Si è voluto forse «stendere un velo pietoso» sui calabresi e sugli ultimi anni dell’amministrazione regionale, come ha affermato ancora Pollichieni che ha moderato la presentazione del libro insieme all’ex sindaco di Lamezia, Pasqualino Scaramuzzino («ero così vicino a Loiero da insolentirlo mentre si faceva la barba»), e al consigliere comunale di “Lamezia Unita” Luigi Muraca, che ricorda i tempi in cui la politica «si faceva con il cuore».
Loiero, provocato più volte dallo stesso Pollichieni, ha voluto raccontare di quei «disastri» che ha dovuto affrontare durante la sua presidenza ma anche quello che venne dopo. Soprattutto di quell’«anno zero» da cui volle ripartire il suo successore, di cui cita la vicenda delle case della salute, il cui progetto venne approvato in extremis dalla sua giunta ma che non vennero appaltate in tempo dal nuovo governatore Scopelliti, con la conseguente perdita dei fondi.
Adelia Pantano
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